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PIEMONTE - 20-01-2022 -- Da oggi, giovedì 20 gennaio, per andare dal parrucchiere, dal barbiere, dall’estetista e in qualsiasi salone di servizi alla persona, bisognerà esibire il Green pass “base”.
Un comparto, quello del benessere, che in Piemonte conta 12.237 imprese, artigiane tra servizi di acconciatura e trattamenti estetici, che offrono servizi di acconciatura, manicure, pedicure e trattamenti estetici. Tutto questo grazie a circa 22mila addetti da sempre sotto attacco degli irregolari.
Le ultime stime disponibili rielaborate dall’Ufficio Studi di Confartigianato, su dati Istat di settembre 2021, indicano come nel settore dei servizi alla persona e attività artistiche e di intrattenimento, nel quale sono ricompresi gli acconciatori e istituti di estetica, vi sia una elevata incidenza del sommerso, con un tasso di irregolarità del lavoro pari al 27,6% delle attività registrate.
Tale quota è di oltre dodici punti percentuali (+12,7%) superiore al 14,9% rilevato per la media delle attività economiche.
Ed è soprattutto in questo periodo che nel settore della cura della persona è allarme per il proliferare di abusivi e irregolari che offrono “servizi itineranti e a domicilio” per il taglio dei capelli, manicure e trattamenti estetici, anche per chi è sprovvisto di green pass.
La linea dal Governo sulla tutela della salute di imprenditori e clienti è condivisa da Confartigianato Imprese Piemonte: “Concordiamo con la volontà, alla base del provvedimento, di tenere sotto controllo il diffondersi dei contagi e la pressione sugli ospedali oltre che di far lavorare in sicurezza gli operatori del comparto benessere e di tutelare i clienti – sottolinea Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte - quando si parla di lavoro si chiede, però, un’attenzione anche al controllo del fenomeno dell’abusivismo che mette a rischio, anch’esso, la salute delle persone. Non dobbiamo dimenticare che è proprio in momenti come quello attuale, in cui si registrano maggiori fragilità sanitaria, psicologica ed economica, che il “lavoro nero” prende piede a causa dell’incertezza generale che rende difficile far rispettare le regole”.
“Da oltre 2 anni nella nostra regione i professionisti del settore benessere lavorano nel rispetto dei rigorosi protocolli, applicando procedure e utilizzando attrezzature che hanno richiesto un aumento nelle spese che solo in minima parte sono state ristorate – commenta Stefania Baiolini, Presidente nazionale Estetiste di Confartigianato Imprese - tutto questo per garantire la sicurezza propria e soprattutto quella dei clienti con i quali c’è un rapporto di grande fiducia. Non dimentichiamo che, proprio grazie anche all’impegno di Confartigianato, abbiamo messo a punto fin dalla tarda primavera del 2020 un protocollo per poter riaprire in sicurezza”.
“Contrastare l’abusivismo – sottolinea Baiolini- è sempre fondamentale per non danneggiare le imprese che rispettano le regole, ma anche per tutelare la salute delle persone. Ora con l’introduzione dell’obbligo del Green Pass “base”, è importante tenere alta la guardia perché questo fenomeno non si diffonda. Chiediamo, pertanto, attenzione massima nei confronti di coloro che lavorano in modo abusivo”.
Confartigianato Nazionale, in occasione di una indagine condotta nel 2021, evidenziò come la pandemia ridusse nella popolazione la frequentazione di saloni e centri estetici. La situazione di oggi è pressoché simile e quindi è forte il rischio che le persone, non avendo il Green Pass “base”, si rivolgano a operatori non autorizzati che esercitano a domicilio.
“Per questo chiediamo con fermezza – conclude Felici - che non si ripetano situazioni controproducenti già viste in passato: parrucchieri, tatuatori e estetiste garantiscono la massima professionalità e sicurezza nei loro esercizi, al contrario non può nuovamente succedere che gli abusivi esercitino indisturbati nelle loro case favorendo la diffusione del contagio. Serve tolleranza zero e quindi maggiori controlli e sanzioni da parte degli organismi addetti alla vigilanza, per non vanificare le disposizioni che siamo tenuti civilmente a rispettare nei nostri locali”. (c.s)

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