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VERBANIA - 13-05-2022 -- Il Ferragosto nella cucina del ristorante era torrido, e non solo per il caldo e la canicola. Risale al 15 agosto del 2019 l’episodio per cui, davanti al Tribunale di Verbania, sono finiti due dipendenti di un locale ossolano. Alla sbarra, con l’accusa di lesioni aggravate, è finito il lavapiatti di nazionalità senegalese, colui che spingendo con violenza l’aiuto cuoca –costituita parte civile–, la mandò a terra provocandole la frattura di un polso. Un’aggressione con effetti fisici gravi (la prognosi delle lesioni è superiore ai 40 giorni) e aggravata da futili motivi è l’accusa contestata dalla Procura, che nel ricostruire il diverbio scoppiato in cucina per una bottiglietta d’acqua messa dal lavapiatti nel frigorifero, ha chiesto che l’uomo fosse condannato a un anno e tre mesi. Di una semplice lite, oltretutto provocata da motivi razziali, ha parlato per la difesa l’avvocato Paolo Patacconi, che ha negato come la frattura sia riconducibile alla dinamica ipotizzata dal pm Anna Maria Rossi. Il giudice Antonietta Sacco ha riconosciuto la colpevolezza del lavapiatti, accordando all’aiuto cuoca, costituita parte civile con l’avvocato Alberto Pelfini, un risarcimento provvisionale di 10.583 euro. Il magistrato non ha riconosciuto l’aggravante dei futili motivi, contenendo la pena a 6 mesi, con il beneficio della sospensione condizionale e della non menzione.