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I rapporti tra Consiglio di Stato e Corte di Cassazione sono sempre stati tutt'altro che semplici. Probabilmente, ciò è dovuto al fatto che, laddove le competenze si intersecano, vi è sempre uno strisciante dibattito su chi abbia veramente la primazia. In questi giorni, però, è successo qualcosa di assolutamente inedito. Il Consiglio di Stato ha bocciato la nomina del Primo Presidente e del Presidente Aggiunto della Cassazione, rispettivamente Pietro Curzio e Margherita Cassano. Le nomine, secondo il Consiglio di Stato, hanno una motivazione “manifestamente irragionevole e notevolmente carente”. Il contenzioso amministrativo era stato instaurato in seguito a ricorso di un altro magistrato, Angelo Spirito. In questo periodo di campagna elettorale quirinalizia la notizia è passata inosservata, ma è istituzionalmente devastante: sono stati azzerati i vertici della Cassazione, cioè della Magistratura. A pochi giorni dall’ inaugurazione dell’anno giudiziario. Non si tratta di dibattere sul profilo (comunque autorevolissimo) dei nomi in gioco, ma il fatto è che questa sentenza fa nuovamente riflettere sulla indifferibilità della riforma della Giustizia. A cominciare dal Csm e dai meccanismi di nomina dei vertici degli uffici giudiziari: che deve essere ispirata a criteri di assoluta trasparenza senza che vi sia il perenne condizionamento delle correnti.
Buona domenica e buona settimana.

Roberto Cota