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alta valle intrasca panorama vista montagna orizzonte

VERBANO- 20-02-2022-- Terza gita consecutiva sui monti del Verbano, ideali per camminare in questi periodi. Lì troviamo temperature più miti, percorsi per ogni capacità e grado di allenamento, panorami sempre stupendi fra laghi e monti, meno neve. Perché di neve o ce n’è abbastanza per sciare e ciaspolare in sicurezza o è meglio non ci siano neppure quei pochi, subdoli centimetri, magari gelati, sui sentieri “seri” che da noi abbondano.

GITA N. 62 O 24 ALTA VALLE INTRASCA

DICEMBRE 2021

Dislivello: 740 m. Tempo: 4 h 30'. Sviluppo: 11 km.

Ingannati anche questa settimana dalle previsioni meteorologiche, anticipiamo di un giorno, precludendo la gita agli amici ormai liberi solo e sempre di giovedì. Anche oggi ci troviamo al campo base di Cambiasca e proseguiamo per Scareno in sette, messi in riga dalla nostra insostituibile badante e guidati da esperti locali. Posteggiamo nel comodo parcheggio a inizio paese, quota 650.

Attraversando le case lungo la ripida mulattiera, ci teniamo a sinistra (occidente) ed imbocchiamo il bel sentiero in direzione nord ovest, con qualche su e giù, che ci porta alla Cappella di Leigio e al Ponte del Dragone, a doppio arco, 642.

Poco prima del ponte una lapide ricorda la tragedia di un ragazzo non ancora diciottenne. Attraversato il ponte, cominciamo a salire. A lato della mulattiera c’è qualche panca in legno molto alta, non per i giocatori di basket, ma per appoggiare lo zaino o la sciuera restando in piedi durante le pause. Su un sasso del sentiero qualche viandante stanco ha scritto “UFFA”.

Dopo una cappella sulla nostra destra, un tratto pianeggiante, dove incontriamo le prime tracce di neve, ci conduce ai prati dell’Alpe Piaggia, 922, (quasi un’ora e un quarto). Per ora splende il sole. Sostiamo brevemente davanti all’Oratorio della Madonna del Rosario, osservando che, più che in un alpeggio, ci troviamo in un paesino ancora pieno di vita, frequentato da gente molto attenta al rispetto delle persone e dell’ambiente.

Siamo usciti dalla bassa valle, stretta e soffocante, e si comincia ad ampliare il nostro orizzonte verso la corona di montagne dominate dallo Zeda, con il lago alle spalle. Dovremmo proseguire verso il Monte Vadà attraverso la dorsale di Pian dei Morti, che di piano sembra non avere niente, ma un fronte minaccioso di nuvole nere sul lago ci induce a rivedere i programmi. Sembra che la perturbazione attesa in serata sia in netto anticipo.  Si decide, quindi, di accorciare il giro e si sale verso Passo Folungo.

Sul sentiero, nei tratti in ombra, i pochi centimetri di neve schiacciati da passaggi di uomini o capre (un tutt’uno secondo Sgarbi) sono ben gelati e occorre molta attenzione. Passiamo dall’Alpe Or di Casè, 1028, attraversiamo una rada faggeta e scendiamo in una valletta ad attraversare il Rio di Scogno. Qui ci sono i resti di un piccolo ponte metallico. Risaliamo rapidamente all’Alpe Corte Bavarione, 1127, che diventa la Cima Coppi del giro odierno. Subito dopo lasciamo la pista verso Passo Folungo per imboccare, sulla destra, un sentiero in dolce discesa che ci riporta in ombra per un lungo tratto.

E intanto le nuvole avanzano implacabili da sud. Attraversiamo un’altra valletta con ruscello e, dopo un’ora e mezza da Piaggia, arriviamo al nucleo più occidentale degli alpeggi di Biogna, 1107, dove si trova la Cappella dei Fulmini. Breve pausa e si prosegue in discesa, passando dalle baite di Corsogno, fino ad attraversare sul Ponte della Gula, 873, il torrente che scorre nel vallone omonimo. Il caratteristico ponte a doppio arco appoggia in centro su un antico macigno erratico. Chissà da quanti anni è lì, intatto? Non ci sono più gli ingegneri di una volta.

Questo torrente ed il Rio di Scogno confluiscono più in basso a formare il San Giovanni. Risaliamo sul versante opposto fino a che l’occhio allenato di un ex cacciatore, ormai sempre e solo acciaccato, ci indica, nel bosco sottostante, quattro robusti cinghiali in pausa. All’Alpe Sassello, 954, non c’è più il sole e la fredda pausa pranzo è molto rapida.

Il bel sentiero, già percorso in salita due settimane fa, ci riporta a Scareno (un’ora e tre quarti da Biogna). Prima di Cambiasca inizia a piovere, giustificando l’accorciamento del tour odierno e la fretta nel rientrare al campo base.

 Gianpaolo Fabbri

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